[Alchemy in the circle of Queen Christina of Sweden] Lux Obnubilata, suapte natura refulgens. Vera de Lapide philosophico theorica, metro italico descripta et ab Auctore Innominato commenti gratia ampliata by [Santinelli Francesco Maria (Pesaro, 1627-Roma, 1697)] - 1666

12° (mm 133x72); cc. (42), pp. 216, cc. (6), segnate a-c¹², d⁶, A-I¹², K⁶. Frontespizio inquadrato da duplice filetto silografico. Legatura del secolo XVIII in mezza pelle e carta decorata ai piatti, punte in pergamena, titolo e fregî in oro al dorso, taglî spruzzati in rosso. Margine superiore sobrio. Alla carta A6 [Prefazione al lettore], tre piccole "a" manoscritte, di cui una nel testo ma senza disturbarlo. Lieve lavoro di tarlo al margine superiore delle 10 carte iniziali: intacca il margine e qualche lettera di testo senza comprometterne la lettura. Presso le cc. C9 (pp. 64-65), D9 (pp. 89-90), E9 (pp. 113-114), F9 (pp. 137-138), fori di tarlo richiusi che ha lavorato sui fogli già stampati ma ancora da legare. Piccola lacuna, dovuta a difetto originario, presso una carta dell'indice (K3), restaurata con carta antica e il reintegro manoscritto delle poche lettere che non erano state stampate. Lievi bruniture dovute alla povertà tipografica dell'edizione. Nel complesso, tuttavia, una buona copia.

Provenienza: al contro-piatto anteriore, annotazione manoscritta coeva.

First edition, extraordinarily rare, of one of the most famous Italian books on alchemy and hermeticism, soon destined for a notable European fortune.

Cfr. Åkerman, S. Queen Christina's Esoteric Interests As a Background to Her Platonic Academies. Scripta 2008, 20, 17-37.

Editio princeps, straordinariamente rara, di uno dei più celebri libri italiani di alchimia ed ermetismo, presto destinato a una notevole fortuna europea.

La celebre ode alchemica, in lingua italiana, è suddivisa in tre Canzoni, che contengono rispettivamente sette, otto, dieci, strofe di vario metro. L'Autore si firma "Fra' Marcantonio Crassellame Chinese" alla prima Canzone. Nelle prime pagine si trova il testo delle tre Canzoni, seguito da un Proemium in lingua latina, mentre nelle 216 pagine numerate ogni stanza dell'Ode viene ripetuta e commentata in latino.

Ferguson II, 58; ID., I, 318 [raccolta di trattati alchemici dal titolo Ginaeceum Chimicum. stampata a Lione nel 1679; Duveen, 147 [per la traduzione in francese pubblicata a Parigi nel 1693]; Bibliotheca Magica, 332.

"L'incontro con Cristina di Svezia, nel 1655, rappresentò un avvenimento gravido di conseguenze nella vita del poeta. Dopo aver abdicato al trono, in viaggio verso Roma per ricevere il battesimo dalle mani del papa, Cristina sostò per qualche giorno a Senigallia e a Pesaro. Santinelli fu incaricato di allestire gli spettacoli in onore dell'illustre ospite: per l'occasione compose una commedia, Preparamenti festivi di Parnaso, che fu recitata a palazzo Santinelli il 3 dicembre 1655 e pubblicata a Roma l'anno successivo. Sempre nel 1655 apparve la prima edizione delle Canzoni, stampate a Pesaro con dedica a Cristina di Svezia.


[…] Un posto di rilievo occupa il versante della produzione alchemica, frutto di una ricerca esoterica che Santinelli condusse ininterrottamente fin dagli anni della gioventù, e culminata nella stesura di alcuni testi tra i più noti e significativi nel panorama dell'arte reale. Alla corte di Cristina [di Svezia] Santinelli aveva trovato un ambiente ideale, in cui poté intrattenere rapporti con personaggi enigmatici come il medico avventuriero Giuseppe Francesco Borri, il marchese Massimiliano Palombara, il padre gesuita Athanasius Kircher. A Venezia la sua amicizia con Fridericus Gualdus (Friedrich Walter), l'oscuro alchimista tedesco, fu una constante materia di pettegolezzo. Solo di recente sono stati attribuiti alla sua penna alcuni testi fondamentali della tradizione ermetica a lungo considerati di paternità incerta. Fu autore di due trattati, Minera Philosophorum e Radius ab Umbra, e di un Dialogus a essi correlato, comparsi anonimi nella miscellanea alchemica Ginaeceum Chimicum, stampata a Lione nel 1679, sempre da Johann de Trevis, e ripubblicati l'anno successivo in un unico volume dal titolo Androgenes Hermeticus. Il testo più importante rimane tuttavia Lux obnubilata suaptè natura refulgens, un ciclo di tre odi italiane, accompagnate da un commento latino, pubblicato a Venezia nel 1666 con lo pseudonimo anagrammato di Fra' Marcantonio Crassellame Chinese, che ebbe numerose traduzioni e ristampe in tutta Europa" (S. Canneto, DBI, XC (2017)).


"L'aspetto più pregevole della Lux Obnubilata, quello che dovette colpire maggiormente gli ermetisti dell'epoca, è la capacità dell'autore di aver saputo sintetizzare nella poesia di tre brevi canzoni i principî della dottrina alchemica.
L'attenzione con cui fu accolta l'Ode a livello europeo, sia quando apparve che successivamente, è testimoniata dall'interesse con cui vi si sono accostati diversi studiosi di crisopea. Dopo la prima edizione veneziana del 1666 presso Alessandro Zatta, essa fu stampata nel 1679 a Lione inclusa nel Ginaeceum Chimicum; a Parigi, presso Laurent d'Houry, venne pubblicata con testo italiano e traduzione francese nel 1687 e 1692. Maggiore notorietà dette poi ai versi anonimi l'essere inseriti nella Bibliothèque des Philosophe Chimiques del 1741 e ne L'Etoile Flamboyante del 1766, opera massonica dovuta al Barone di Tschoudy. La prima traduzione tedesca, con i tipi di Johann C. Martini, fu impressa nel 1772 a Langensalza. […]

Se da un lato l'insegnamento esposto nella Lux Obnubilata non è mai stato oggetto di discussione nel suo contenuto tradizionale, bensì di riflessione, controversa ed oscura si è invece presentata la questione dell'attribuzione. […] Tale pseudonimo difatti [Fra' Marcantonio Crassellame Chinese], sotto cui alcuni hanno ritenuto si celasse il chimico-alchimista Otto Tachenius di Hervorden, che pubblicò proprio a Venezia nel 1666 l'Hippocrates Chimucus, è l'anagramma del Marchese Francesco Maria Santinelli. La scoperta […] si basa su quanto viene asserito nel Proteo Metallico del medico Fulvio Gherli modenese, stampato a Venezia nel 1721.

[…] Non c'è dunque da stupirsi se le tre canzoni della Lux Obnubilata siano state composte da questo letterato, mentre la dottrina che da esse traspare può darsi che oltre ad essere la naturale mèta di un personale 'cammino', sia anche il frutto del suo rapporto con Cristina di Svezia e l'ambiente culturale che la circondava. […] Non è da escludere che la composizione dell'Ode appartenga al periodo romano dello scrittore. Si può addirittura avanzare l'ipotesi che la Lux Obnubilata sia l'espressione di una conoscenza custodita tra i protetti della Regina Cristina e che l'abile mano del Santinelli ne abbia saputo esprimere una sintesi nel componimento poetico" (M. Gabriele, Prefazione, in Crassellame, Lux Obnubilata. Riproduzione dell'ode e traduzione italiana del commento anonimo dell'edizione veneziana del 1666, a cura di S. Andreani, Roma 1980, pp. 7-10).